L’iter del regolamento europeo contro la deforestazione (EUDR) continua a far discutere a Bruxelles. Il 24 settembre la commissaria europea per l’ambiente, Jessika Roswall, ha proposto un nuovo rinvio dell’entrata in vigore della normativa, inizialmente prevista per il 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e sei mesi dopo per le PMI. La motivazione principale riguarda l’inadeguatezza del sistema informatico destinato a supportare i controlli di tracciabilità. Prima che il rinvio diventi effettivo, servirà l’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri.
La decisione ha diviso gli stakeholder. Le organizzazioni ambientaliste denunciano l’ennesimo arretramento, sottolineando i rischi per la protezione delle foreste e accusando la Commissione di mancanza di volontà politica. Dall’altro lato, molte imprese e associazioni di categoria, come Confagricoltura e FederlegnoArredo, vedono nel rinvio un’opportunità per semplificare una normativa considerata troppo gravosa, soprattutto per le PMI, che faticano a tracciare l’intera filiera delle materie prime.
Il Parlamento europeo, già a luglio, aveva espresso con un voto non vincolante la propria contrarietà al regolamento di esecuzione che stabiliva la classificazione dei Paesi per livello di rischio, chiedendo maggiore chiarezza e proporzionalità. La pressione sulla Commissione cresce dunque da più fronti: da chi invoca l’immediata tutela ambientale e da chi chiede regole più realistiche e meno burocratiche.
Il futuro dell’EUDR resta incerto. Quel che appare evidente è che la sfida sarà trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, evitando che il peso normativo soffochi la competitività delle imprese europee e, al tempo stesso, garantendo una protezione efficace delle foreste a livello globale.
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