La legge di bilancio n. 207 del 30 dicembre 2024 ha introdotto alcune importanti novità sia per Transizione 4.0 che per il Piano Transizione 5.0.

Novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 per Transizione 4.0

La Legge n. 207 del 30 dicembre 2024 introduce significative modifiche al credito d’imposta Transizione 4.0, con i commi 445-448 che ridefiniscono la disciplina previgente, sia in termini di validità temporale che di procedure operative. Vediamo nel dettaglio.

Riduzione della validità temporale (comma 445)

Il comma 445 modifica l’articolo 1 della Legge di bilancio 2021, limitando la validità del credito d’imposta di cui al comma 1057-bis al 31 dicembre 2024, anziché al 31 dicembre 2025 o al 30 giugno 2026. Questa riduzione dei termini implica che gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 saranno soggetti a una nuova disciplina, purché rispettino le condizioni già previste, ovvero ordine accettato dal venditore e acconto pari ad almeno il 20% entro il 31 dicembre 2025.

Introduzione di un limite di spesa complessivo (comma 446)

Il comma 446 della Legge di Bilancio 2025 introduce, per la prima volta, un limite di spesa complessivo pari a 2,2 miliardi di euro per il riconoscimento del credito d’imposta sugli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025.

Clausola di salvaguardia per ordini già effettuati

Il limite di spesa indicato nel comma 446 tuttavia non si applica agli investimenti per i quali, entro la data di pubblicazione della Legge di Bilancio 2025 (31 dicembre 2024), l’ordine sia già stato accettato e sia stato effettuato il pagamento di acconti pari almeno al 20% del costo. Questa clausola di salvaguardia tutela le imprese che hanno avviato investimenti in tempi utili, garantendo loro la possibilità di accedere al credito d’imposta senza essere influenzate dal nuovo tetto complessivo.

Obbligo di comunicazione telematica (comma 447)

Per garantire il rispetto del limite di spesa previsto, il comma 447 introduce l’obbligo per le imprese di trasmettere una comunicazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Questa comunicazione, da effettuare telematicamente, deve indicare l’ammontare delle spese sostenute e il credito d’imposta maturato, utilizzando il modello definito dal decreto direttoriale del 24 aprile 2024. Questo adempimento consente un monitoraggio costante delle risorse utilizzate e una gestione più trasparente delle agevolazioni.

Monitoraggio e gestione dei crediti d’imposta (comma 448)

Il comma 448 della Legge di Bilancio 2025 introduce un sistema strutturato per il monitoraggio della fruizione dei crediti d’imposta previsti dall’articolo 1, comma 1057-ter, della Legge di Bilancio 2021. Questo sistema punta a garantire una gestione rigorosa e trasparente delle agevolazioni, attraverso una stretta collaborazione tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e l’Agenzia delle Entrate.

Nel dettaglio, il MIMIT è incaricato di raccogliere e trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate un elenco delle imprese beneficiarie del credito d’imposta. Questo elenco include l’importo del credito utilizzabile in compensazione da ciascuna impresa, ed è redatto seguendo un preciso ordine cronologico basato sulla data di ricezione delle comunicazioni inviate dalle imprese al Ministero. La procedura si svolge nel rispetto delle modalità operative definite congiuntamente tra le due istituzioni.

Una volta raggiunto il limite di spesa complessivo previsto dalla normativa, il Ministero pubblica un avviso sul proprio sito istituzionale per informare le imprese e sospendere l’accettazione di ulteriori richieste. Questo avviso ha lo scopo di evitare che le agevolazioni concesse superino le risorse disponibili, garantendo così una distribuzione equa e controllata dei fondi.

Implicazioni delle novità per Transizione 4.0

Le citate disposizioni introducono maggiori vincoli e un controllo più rigido sull’accesso alle agevolazioni. Da un lato, il limite di spesa garantisce una distribuzione equa delle risorse; dall’altro, gli obblighi di comunicazione e monitoraggio incrementano la trasparenza, ma rappresentano un ulteriore adempimento burocratico per le imprese. La clausola di salvaguardia per gli investimenti già avviati evita impatti negativi per chi ha pianificato interventi precedenti all’entrata in vigore della nuova normativa.

Le Novità per il 2025: Cambiamenti al Piano Transizione 5.0

La nuova Legge di Bilancio introduce significative modifiche al Piano Transizione 5.0, con l’obiettivo di rendere più allettante la partecipazione al programma di investimenti finanziato dal PNRR. Tra i cambiamenti più rilevanti, si segnala un ridimensionamento del credito d’imposta 4.0, precedentemente sostenuto da risorse nazionali e considerato un elemento di “concorrenza” rispetto al Piano 5.0. Di seguito i principali aggiornamenti, che si applicheranno retroattivamente anche alle pratiche già avviate.

Revisione degli Scaglioni di Investimento

I due scaglioni inferiori sono stati unificati. Il primo scaglione ora copre investimenti fino a 10 milioni di euro, mantenendo le aliquote più vantaggiose del precedente primo livello. Di conseguenza, la nuova struttura è la seguente:

Riduzione dei consumi A livello di struttura produttiva A livello di processo produttivo
Percentuali Tra 3% e 6% Tra 6% e 10%
Fino a 10 milioni 35% 40%
Da 10 a 50 milioni 5% 10%

Cumulabilità con Altri Incentivi

Un’importante novità riguarda la possibilità di cumulare il Piano Transizione 5.0 con il credito d’imposta ZES e altri incentivi, comprese misure sostenute da fondi europei, precedentemente escluse. Ad esempio, il credito d’imposta 5.0 potrà essere combinato con incentivi regionali finanziati dall’UE. Resta tuttavia il vincolo del divieto di doppio finanziamento: non sarà possibile coprire gli stessi costi con due misure.

Incremento delle Aliquote per il Fotovoltaico

Le aliquote per gli impianti fotovoltaici con moduli di tipo a, b e c sono state aumentate, passando ora a una forbice compresa tra il 45,5% e il 67,5%.

Esenzione dalla Certificazione Energetica

Gli investimenti finalizzati alla sostituzione di macchinari obsoleti (con piano di ammortamento completato da oltre 24 mesi) non richiederanno la certificazione energetica. In questi casi, si presume che i requisiti per rientrare nella fascia base di efficientamento siano soddisfatti automaticamente. Tuttavia, le imprese che desiderano accedere alla fascia più alta di risparmio energetico dovranno comunque fornire la certificazione.

Benefici per le ESCo

Anche le Energy Service Company (ESCo) potranno accedere al credito d’imposta, purché realizzino interventi di efficientamento energetico tramite contratti EPC (Energy Performance Contract). Questi contratti dovranno garantire il raggiungimento di una soglia minima di risparmio energetico e prevedere l’acquisto di beni strumentali conformi alle tecnologie 4.0.

Mini Proroga e Scadenze

Attualmente, la scadenza del Piano Transizione 5.0 rimane fissata al 31 dicembre 2025, ma il governo ha annunciato l’intenzione di prorogarla al 30 aprile 2026 tramite un prossimo provvedimento.

 

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